Arte lombarda. Dai Visconti agli Sforza
La rassegna milanese “Arte lombarda. Dai Visconti agli Sforza “, prodotta da Skira editore e dal Comune di Milano e curato da Mauro Natale e Serena Romano , è il proseguo ideale della mostra organizzata sempre al Palazzo Reale nel 1958, un omaggio all’importante allestimento di cinquant’anni fa che ripropone in chiave più moderna e aggiornata il progetto di analisi degli elementi fondamentali dell’arte lombarda fra Medioevo e Rinascimento.
Attraverso oltre duecentocinquanta opere, dipinti, sculture, oreficeria, codici miniati, ricami, arazzi organizzate su criteri cronologici in cinque sezioni, l’esposizione segue lo sviluppo artistico lombardo dalla prima metà del Trecento fino agli ultimi decenni del Quattrocento.
Interessante la sezione introduttiva che raccoglie una galleria di ritratti delle due dinastie.
Con l’arrivo dei Visconti l’arte lombarda prende un nuovo impulso. Si da inizio a importanti cantieri nelle principali città del ducato e vengono invitati artisti “stranieri” come Giotto e Giovanni di Balduccio di cui sono esposte alcune statue e rilievi in marmo, manoscritti miniati, dipinti su tavola e affreschi staccati fanno da cornice in mostra ad alcune straordinarie statue di Bonino da Campione, qui la sua “Prudenza” arrivata dalla National Gallery di Washington.

Bonino da Campione, Prudenza (1360-1370 circa)
marmo, 67,7×19,1×15,2 cm
Washington, National Gallery of Art, Samuel H. Kress Collection
Col passare del secolo, sotto Gian Galeazzo Visconti a Milano si da avvio al cantiere del Duomo.Esposte alcune statue e vetrate della cattedrale insieme ad alcuni manoscritti opera di Giovannino de’Grassi e Michelino da Besozzo, entrambi attivi nel cantiere. Qui il disegno di un ghepardo di Besozzo

Michelino da Besozzo, Ghepardo (inizi del XV secolo)
matita su carta; 16 x 23 cm
Parigi, Musée du Louvre, Département des Arts graphiques
Il periodo successivo, quello del regno di Filippo Maria Visconti è ancora dominato dal tardo gotico e dalla ricchezza dei materiali. In mostra e una splendida Madonna del roseto del Museo di Castelvecchio di Verona e manoscritti , tavole e i celebri Tarocchi di Bonifacio Bembo, ricomposti per l’occasione : la parte centrale del trittico arrivata da Cremona e le parti laterali dal Art Museum di Denver
La fine della dinastia dei Visconti e la presa di potere di Francesco Sforza apporta cambiamenti anche in ambito artistico. E’ il periodo dei grandi cicli decorativi del Castello Sforzesco di Milano e Pavia. Esposti dipinti di Vincenzo Foppa, Bembo, Zanetto Bugatto.
La mostra si conclude con la sezione dedicata all’arte al tempo di Ludovico il Moro, periodo che vede a Milano la presenza di Leonardo, Bramante e Bramantino, presenza che influenza in maniera importante anche le opere di artisti locali.
Il dipinto di Giovanni Antonio Boltraffio, Giovane con freccia e mano al cuore in figura di san Sebastiano (1469 circa)arrivato dal Museo Pushkin di Mosca illustra bene quest’influenza.
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