Futurismo al Palazzo Blu
In questi anni il Palazzo Blu di Pisa ci ha abituato alle sue grandi mostre: importanti retrospettive di artisti universalmente conosciuti e ammirati come Dalì, Kandinsky, Modigliani, Mirò, Chagall, Escher.
Questa volta l’esposizione che adorna le sale del palazzo pisano è dedicata a un movimento di grande respiro europeo ma che nasce in Italia all’ inizio del Novecento: il Futurismo.
Nato ufficialmente con il manifesto di Marinetti del 20 febbraio 1909 ha rappresentato una vero cambiamento rivoluzionario nel mondo artistico italiano molto legato alla tradizione. Una vera fuga in avanti, verso il futuro, come lo stesso nome suggerisce.
La rassegna curata da Ada Masoero

e organizzata da Fondazione Palazzo Blu in collaborazione con MondoMostre ha il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Toscana e del Comune di Pisa e il fondamentale contributo della Fondazione Pisa, Futurismo!.
Con un approccio originale, la curatela si propone di analizzare il legame fra le opere futuriste e i contenuti teorici dei manifesti fondativi del movimento.
Grazie ad un centinaio di opere in prestito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, dal Museo del 900, dal GAM e dal Castello Sforzesco di Milano, dal Mart di Rovereto,dal Museo Caproni di Trento e da numerosi collezionisti privati si attraversano i vari ambiti in cui si espresse il Futurismo: dalla poesia alla pittura e scultura , dall’architettura alla danza e al teatro, dalle arte decorative alla grafica e alla pubblicità.
Ogni opera è stata dunque scelta, oltre che per la sua qualità, per l’aderenza ai punti teorici fondativi del movimento. E dei numerosi artisti visivi che, nel tempo, si unirono al futurismo, sono stati deliberatamente inseriti i soli firmatari dei manifesti presi in esame. Con due sole eccezioni:
una in apertura, con lo spettacolare ritratto di Marinetti di Rougena Zatkovà

ZÁTKOVÁ Rougena, Marinetti soleil,1921 – 1922, olio su tela, 106 x 95 cm (con cornice), Collezione Priva
e una in chiusura, con Prima che si apra il paracadute, 1939, l’opera di Tullio Crali scelta come immagine di copertina del catalogo della grande mostra “Italian Futurism 1909-1944. Reconstructing the Universe”, curata da Vivien Greene nel 2014 per il Solomon Guggenheim Museum di New York.
E così sfilano uno dopo l’altro dipinti di Balla,

Boccioni, Carrà, Benedetta Cappa Marinetti,

BENEDETTA Cappa Marinetti, Cime arse di solitudine,1936 ca
olio su tela, 130.5 x 95 cm, Trento, Museo dell’aeronautica Gianni Caproni
Enrico Prampolini, Fillia e molti altri assieme agli incredibili disegni architettonici delle città verticali di Antonio Sant’Elia

SANT’ELIA Antonio, La Città nuova. Casa agradinata con ascensori
esterni, 1914, inchiostro e matita neri su carta, 56 x 55 x 2.6 cm,Collezione Privata
e ai giocattoli di Depero.
La mostra che resterà aperta fino al 9 febbraio 2020 è corredata da un catalogo edito da Skira.
Per informazioni www.futurismopisa.it
Leave a Reply