Una piccola sala alla fine del percorso del primo piano del Museo del Novecento ospita alcune opere, 8 in tutto, di Giorgio Morandi, provenienti dalle collezioni private Jucker e Boschi Di Stefano, alle quali si aggiunge la prima opera morandiana acquistata da una istituzione pubblica, la Galleria di Arte Moderna di Milano che nel 1930 acquisto alla Biennale di Venezia la “Natura morta con mezzo manichino di terracotta”, opera del 1919 con oggetti dai contorni nitidi in tutte le sfumature del marrone, di chiara impronta metafisica.

Le opere appartengono al primo periodo creativo di Morandi. Ci sono un paio di paesaggi , filone dove forte risulta la ricerca delle forme che in certi momenti è forte debitrice forme massicce di Cezanne, come questo paesaggio della collezione Jucker del 1913.

Su tutto prevale la presenza di “Nature morte” dove le forme più semplice e conosciute, quella di oggetti casalinghi consunti dal uso assume l’importanza della ricerca formale con la materia che racconta vita e vissuto. Vediamo quest’ opera della collezione Boschi Di Stefano del 1927 dove i riflessi rosati della conchiglia si specchiano nel rosato del vaso.

A small room at the end of the path of the first floor of the museum houses some works of the twentieth century, 8 in total, Giorgio Morandi, from private collections and Jucker Boschi Di Stefano, to which is added Morandi’s first work acquired by a public institution, the work that the Gallery of Modern Art in Milan purchased in 1930 at the Venice Biennale, the “Still life witha half clay dummy ” from 1919, with sharp-edged objects in all shades of brown, a distinctly metaphysical work.

All the paintings belong to the first creative period of Morandi. There are a couple of landscapes, where the stress is on the form search strongly indebted to the massive forms of Cezanne, as in this landscape from the Jucker collection dated 1913.

Prevails on all the presence of paintings of “Still Life” with simple and well known forms , that of household objects worn by use that assumes the importance of a formal research on live matteria. It is well illustrated in this work of the Boschi Di Stefano collection from 1927, where the pink reflections of the shell are reflected in the pink vase.