Maria Lai e il “filo infinito”
Dopo la mostra dedicata a Elisabetta Sirani, ecco il secondo evento al” femminile” che le Gallerie degli Uffizi dedicano alla Festa Internazionale della Donna, con l’esposizione delle opere di Maria Lai (Ulassai, 27 settembre 1919- Caededu, 16 aprile 2013), Il Filo e l’Infinito.
E’ la seconda volta che l’artista sarda è protagonista di un evento a Firenze. Nel 2004, aveva portato nei Giardini di Boboli , una installazione intitolata l’Invito a tavola, un enorme desco apparecchiato con pane e libri.
Protagonista dell’esposizione in programma nell’Andito degli Angiolini di Palazzo Pitti, curata da Elena Pontiggia, è il filo, e attraverso di lui la Lai coniuga il linguaggio espressivo moderno dell’arte con la tradizione antica dei tessuti della sua terra, la Sardegna. Il filo che disegna , il filo che lega, a volte sciolto a volte solo accennato disegna tante storie. La prima, quella che idealmente apre il percorso espositivo, è quella dell ‘azione collettiva, illustrata in un video “Legarsi alla montagna” realizzato a Ulassai, il paese dove era nata. Il filo in questo caso è un nastro celeste che lega le persone ed è legato ad una antica leggenda locale che narra di una bambina che durante un temporale esce dalla grotta dove si era rifugiata attratta da un nastro azzurro che svolazza e così si salva da un crollo.
Come spiega Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi,il mezzo più tipico del suo lavoro cioè il filo che “lega e collega” in maniera assai libera e che infatti spesso rimane libero e non ancora cucito: tra i vari riferimenti mitologici non può che ricordare Penelope che tesse durante il giorno e scioglie i nodi durante la notte”.
L’interesse dell’artista per i tessuti e i telai, così profondamente legati all’attività manifatturiera della sua terra, risale agli anni ’40 e si sviluppa ulteriormente fino a far nascere nel 1967 la straordinaria scultura Oggetto-paesaggio , di una infinita suggestione.
Maria Lai, Oggetto-Paesaggio, 1967,legno, acrilico e spago, Lanusei (Nuoro), Archivio Maria Lai
Un oggetto di uso comune diventa mezzo per raccontare come nelle Tele cucite degli anni ’70
Maria Lai, Tela cucita, 1974, collage di stoffe tessitura e spago, Lanusei (Nuoro), Archivio Maria Lai
e disegnare come nelle Geografie.
Maria Lai, Geografia/tela cucita, 1978,stoffa, filo e olio, con cornice, Lanusei (Nuoro), Archivio Maria Lai
Le opere esposte , risvegliano sentimenti ancestrali e, confesso, che questa mostra è stata un’esperienza emozionante che parla al cuore e di cuore , alla memoria e ai legami profondi.
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