Gli anni ’60 sono stati dal punto di vista sociale, economico: anni pieni di fermento , di impulsi nuovi.
Una vera rinascita dopo il buio della guerra. Per l’arte italiana è un periodo straordinario.
Nuove vie, nuove forme, il superamento di tante barriere, anche spaziali o formali.
L’arte del l’epoca, cinque dei suoi protagonisti sono in mostra alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia fino al 15 aprile.
Affascinante il percorso espositivo,organizzato in sale monografiche, che svelano le particolarità degli artisti.
La prima sala è dedicata a Lucio Fontana e raccoglie opere dove i materiali diversi sono forma di sperimentazione, superando la distinzione fra pittura e scultura nel concetto della spazialità.
Il “Concetto spaziale” del 1960 riunisce varie forme di tele sagomate, in un forte rosso monocromo, dove lo spazio viene attraversato dai famosi tagli.

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I buchi , di varie grandezze, formano uno straordinario arabesque in questo altro “Concetto spaziale”.

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Non mancano opere in terracotta, un “Concetto spaziale” del 1957, e alcuni piatti in ceramica ,del 1955, create nel periodo di Albisola.

022La sala successiva ospita opere di Piero Dorazio datate dal 1959 alla metà degli anni ’60.

Opere piene di colori puri trasformati  in luce,composti e scomposti,

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grandi superficie coperte all’infinito .

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Segue Enrico Castellani con suoi monocromi dalla superficie deformata qui  Superficie bianca del 1967 .

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Spazio riflesso in questa superficie angolare rossa del 1961.

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Il monocromo, tanto usato dalla sua generazione di artisti, è presente anche nelle opere di Paolo Scheggi che  porta avanti la ricerca sullo spazio iniziata da Lucio Fontana.

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Le sue opere, formate da tre tele  sovrapposte ,attraversate da fori di diverse misure e forme,

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danno allo spettatore la possibilità di  percorrere con lo sguardo il percorso di luci ed ombre nato dalle intersuperficie.

Il nome,  “Intersuperfici”, sarà quello dato alle opere di Scheggi.

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L’ultima sala della mostra è dedicata a Rodolfo Aricò e alle sua pittura oggettuale dove la forma stessa della tela diventa la base dell’opera.

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Shaped canvas( tele sagomate) in colori forti , caldi e profondi ispirate dalle avanguardie storiche europee ma anche da maestri antichi come Paolo Uccello in questo “Oggetto tenebroso di Paolo Uccello”.

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