I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia
A Palazzo Roverella a Rovigo una mostra indaga sui legami fra la pittura francese da Gaugain ai Nabis e le avanguardie italiane.Curata da Giandomenico Romanelli, l’esposizione “I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia” , attraverso un centinaio di opere , traccia un percorso simbolico che ha i suoi inizi nella Bretagna di fine Ottocento, luogo molto frequentato allora dagli artisti particolarmente attratti dalla semplicità dei luoghi e dalle usanze popolari locali.
Paul Gauguin vi soggiorno più volte ed è qui, nell’ambito dell’esperienza della scuola di Pont-Aven, attorno al 1888, che il suo linguaggio divenne più semplice e sintetico, ispirato al primitivismo.
Attorno a Gauguin un folto gruppo di giovani artisti e tra di loro Emile Bernard,
Paul Sérusier e Maurice Denis
Maurice Denis: Mattino di Pasqua, 1892, olio su tela, Collezione privata
e la nascita di una nuova arte e che sarebbe sfociata nel movimento del Sintetismo e dei Nabis(profeti in ebraico), profeti in un’arte nuova che rifiuta il naturalismo, usa colori elementari e forme delimitate da linee scure.
L’esperienza brettone e quella dei Nabis segnano in modo significativo l’arte europea e in particolare quella italiana con Gino Rossi ,che a Burano ricrea una sorta di Pont-Aven veneziana, e con il gruppo di artisti che lo circonda : da Arturo Martini a Umberto Moggioli agli artisti della nuova Galleria Ca’ Pesaro guidata da Nino Barbantini.
L’esperienza del Sintetismo segna profondamente l’arte italiana dei decenni successivi e la mostra offre alcuni esempi significativi di opere di questi artisti alcuni molto conosciuti come Felice Casorati
e Cagnaccio di San Pietro
Cagnaccio di San Pietro: Primo denaro, 1928, olio su tavola, Collezione privata
altri meno conosciuti come il livornese Oscar Ghiglia.
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