Il reliquiario di San Galgano
Molti di voi conosco la mia passione per le scoperte, i ritrovamenti e i ritorni nell’arte.
E di un evento felice di questo tipo che vi voglio parlare oggi. Questa volta si tratta di un importante pezzo di oreficeria medievale, il celebre Reliquiario di San Galgano, proveniente dall’antica Abbazia e già conservato nella Parrocchia di Fròsini nel Comune di Chiusdino (per questo conosciuto come “Reliquiario di Fròsini”). Si tratta di un’opera di inestimabile valore dell’oreficeria senese del primo ‘300 realizzata in rame dorato e smalti.
Era stato rubato insieme ad altri dieci pregevoli manufatti di oreficeria medievale e barocca nella notte tra il 10 e l’11 luglio 1989 dal Museo Diocesano dell’Arcidiocesi di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, all’epoca allestito nei locali adiacenti al Pontificio Seminario Regionale “Pio XII”, in loc. Montarioso, Comune di Monteriggioni.
E’ stato rintraciato sul mercato antiquario dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, dell’Arma dei Carabinieri e assieme ad altri nove pezzi rubati nel ‘89 e ritrovati è stato riconsegnato all’Arcidiocesi di Siena, il giorno 22 gennaio 2020. Il pezzo non ritrovato è un seicentesco calice in argento proveniente dalla chiesa della Certosa di Maggiano in Siena.
Durante i trentun anni di scomparsa, gli oggetti preziosi hanno subito danni e manomissioni atte a impedire il loro riconoscimento.
In particolare il reliquiario di San Galgano, ha subito importanti traumi. Spezzato all’altezza del piede, piegate e staccate le guglie metalliche laterali ha subito manomissioni anche gli smalti, la parte più pregevole del manufatto.
Stesso danno dello spezzamento all’altezza del piede è stato rinvenuto nel reliquiario di S. Colomba mentre le altre opere sembravano integre nelle loro parti anche se visibilmente danneggiati.
Lo scorso febbraio, il restauro dei manufatti restituiti è stato affidato al Laboratorio di Restauro Metalli e Ceramiche presso i Musei Vaticani, laboratoriocondotto da un gruppo di esperti restauratori, già operativi in passato in simili interventi.
Il restauro e la successiva valorizzazione permetteranno una completa fruizione delle opere ritrovate –
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