Tornare al Museo Stefano Bardini è come tornare a casa di amici e girare per le sue sale da il senso di ritrovare cose belle e conosciute. Anche se ci sono sorprese. Come in queste settimane quando il museo ospita 14 opere dell’americano John Currin.

Che è un pittore straordinario, con una bella tecnica classica e un occhio per la realtà moderna, uno che riesce a trasformare un ritratto in una vivida analisi del individuo.

Nelle sale del museo l’inserimento è perfetto: dal pian terreno dove un magnifico Lobster fa bella mostra di se assieme ad una moderna natura morta che schiaccia , deforma, le spalle di una donna in una composizione surreale

The Lobster

The Lobster, 2001,Olio su Tela/Oil on canvas,

101.6 x 81.3 cm / 40 x 32 inches, Dianne Wallace: New York

© John Currin. Courtesy Gagosian Gallery

al piano ammezzato dove nella Sala delle Armi è esposto una bella moderna Flora.

In uno spazio angusto,da una nicchia nascosta, colpisce con le sue enorme rotondità fra l’erotico e il grottesco il”Nude in a Convex Mirror”.

Captured 4/1/2015

Nude in a Convex Mirror, 2015 , Olio su tela / Oil on canvas          

Diametro / Diameter: 106.7 cm /42 inches , Private Collection

© John Currin. Courtesy Gagosian Gallery. Photography by Douglas M. Parker Studio

                                                    

Salendo al piano superiore la densità delle opere di Currin aumenta ed è proprio qui che il dialogo con le opere della collezione diventa più intenso. Ritratti moderni che si mescolano con ritratti antichi come il “Portrait of Chewy” del 2001 nella Sala dei Dipinti, ritratti, come quello della moglie dell’artista, Rachel, che vanno a popolare vetuste cornici nella sala omonima.

Fig. 1-Rachel in the Garden

Rachel in the Garden, 2003, Olio su tela /Oil on canvas          

50.8 x 40.6 cm / 20 x 16 inches, Private Collection

© John Currin. Courtesy Gagosian Gallery. Photography by Rob McKeever